Derby della Madonnina: Pioli sarà il benvenuto?
da Constance Rigot | da Constance Rigot
Il Milan in prima linea
Se nello scorso campionato l’Inter di Mancini partita a razzo si è poi “ammorbidita” nel girone di ritorno trovando comunque un buon quarto posto stavolta è il Milan a battagliare nelle posizioni di vertice. Il disastroso inizio di stagione dei nerazzurri di De Boer ha portato all’avvicendamento in panchina in favore di Stefano Pioli, già pronto per il suo esordio, mentre appena 7 mesi fa l’allenatore rossonero Mihajlovic lasciò il posto a Brocchi.
Le due milanesi hanno in comune il fatto di aver battuto la Juventus, ma non sono molte altre le analogie. Il Milan è tornato alla ribalta con un gruppo composto da molti giocatori italiani, tra i quali il baby-fenomeno dei pali Gianluigi Donnarumma e il ragazzo della bomba dai 30 metri che ha trafitto Buffon, Manuel Locatelli. I rossoneri sono terzi in classifica a 25 punti, solo uno in meno della Roma e a 5 dalla Juve. Montella ha trovato un buon assetto difensivo e sfrutta soprattutto veloci ripartenze, contrariamente alla mentalità del Milan, messa per il momento da parte in nome di quei risultati che mancano da anni.
L’Inter è inaspettatamente al nono posto della classifica. La scelta di De Boer e, di conseguenza, la mancata conferma, si sono rivelate scelte sciagurate. Il tecnico olandese è stato messo in sella a 10 giorni dall’inizio del campionato e non ha avuto il tempo di “capire” il calcio italiano. Risultato: inizio pessimo e in ritardo di 8 punti dal Milan. Se poi ci si mette anche il libro e le polemiche sul centravanti e capitano Icardi allora si va di male in peggio…
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Prima di tutto non prenderle
Lo dicono sia le statistiche che i precedenti: il derby di Milano non è stato quasi mai per cuori forti. Nonostante la vocazione offensiva che caratterizza le squadre di Montella sono solo 19 le reti messe a segno dal Milan, come l’Atalanta e meno del Cagliari, ma quelle subite sono appena 15, in linea con le prime della classe, Juventus esclusa. Le difficoltà dell’Inter hanno riguardato soprattutto l’attacco, eccessivamente dipendente da Mauro Icardi, mentre in difesa i nerazzurri hanno addirittura fatto meglio dei loro “cugini”. 16-14 lo score.
I precedenti, inoltre, dicono che in Serie A 9 volte su 13 negli ultimi 10 anni non si è andati oltre i 2 gol realizzati e in ben 10 occasioni almeno una delle due squadre non è andata in gol. A favore dell’Inter c’è un’individualità decisiva: 10 gol su 16 sono stati messi a segni dal solo Icardi, mentre Bacca è fermo a 8 da 5 partite.
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